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Rocco Francis Marchegiano è nato a Brockton, nel Massachussets il 1 settembre 1923 a quei tempi uno dei principali poli calzaturieri degli Stati Uniti. Suo padre Pierino Marchegiano era originario della provincia di Chieti e lavorava in una delle tante fabbriche di scarpe, la madre Pasqualina Picciuto era originaria della provincia di Benevento. Rocco, i suoi 2 fratelli e 3 sorelle, hanno trascorso la gran parte della loro infanzia  accanto alla madre  in condizioni di povertà.

A 15 anni comincia a lavorare in cantiere ed è proprio a partire da quel momento che sviluppa un fisico possente. In seguito si arruola nell’esercito, allora aveva vent’anni. Era il 1943, e allora il giovane Rocco cominciò ad avvicinarsi al pugilato per la prima volta soltanto per evitare gli scomodi ordini che gli venivano impartiti dai suoi superiori. Leggenda vuole che nel corso di una rissa in un pub di Cardiff , Rocco riuscì a stendere un grosso australiano con un unico destro ben piazzato. Fù così che una volta tornato negli States, con l’aiuto di suo zio Mike entrò nel circuito della boxe dilettantistica.

Il suo primo incontro nel circuito dilettantistico andò “male”, e male lo scriviamo tra virgolette perchè perse quell’incontro, ma lo perse perchè subì una squalifica dopo pochi minuti per scorrettezze. Quella sera nacque Rocky Marciano.

Dopo quell’incontro cominciò a lavorare alla Brockton Gas Company. In questo periodo  arrivò in  finale in un torneo pugilistico per dilettanti nell’Oregon. Il  primo incontro professionistico di Rocky Marciano gli fù organizzato da un suo vecchio amico, Alli Colombo, nel 1947. Il suo avversario era Lee Epperson, andò KO alla terza ripresa dopo un destro corto e micidiale alla bocca dello stomaco. In quella occasione Rocco Francis Marchegiano usò lo pseudonimo di “Rocky Mack” solo per non far venire un colpo alla propria madre contraria alla boxe.

Dopo gli capitò un pò di tutto; tentò di entrare nel mondo del football ma fù scartato, partecipò al Golden Gloves a New York e perse in finale a causa di un dubbio verdetto.Nelle  Olimpiadi del 48 si infortunò un dito perdendo l’opportunità di poter partecipare alle gare. In questo stesso periodo  perse anche il lavoro.

Grazie sempre al suo amico Colombo incontrò il leggendario allenatore  Charlie Goldman, che impressionato dalla potenza di Rocky gli organizzò degli incontri professionistici. Si allenò a Brockton e disputò il suo secondo incontro contro il temuto Harry Bilazarian nel luglio del 1948, incontro che finì dopo 92 secondi grazie a due “overhead” di Rocky. Fu proprio in quel periodo che cambiò il suo nome in Rocky Marciano perchè gli speaker radiofonici storpiavano troppo il suo vero cognome da Marchegiano a “Marcciiano”, tra il 48 e il 49 dopo aver disputato altri 16 incontri vinti tutti per Ko. “The Brockton Blockbuster” così era soprannominato, il demolitore di Brockton.

Cattivo, basso, tarchiato, con un allungo inferiore alla media, tecnicamente grezzo, ma con un destro potentissimo, sempre ai limiti del regolamento dotato di una resistenza fuori dal comune, un vero guerriero disposto a prenderne tanti di pugni pur di piazzarne uno dei suoi, per lui la sconfitta non era una delle alternative possibili. Un pugile “Aggressore”, “In-figher” o “Incalzatore”, uno che boxa dall’interno della guardia dell’avversario, anche per questo questo genere di pugili sono chiamati “pressure- fighter”, perchè spinge sempre sull’avversario, aggredendolo con continue raffiche di ganci e uppercut. Di questa tipologia di combattenti Marciano è stato il massimo espressionista.

Un buon “In-fighter” deve saper anche incassare, perchè questa tecnica lo espone ad essere colpito da serie di jab prima di riuscire ad entrare nella guardia dell’avversario. Marciano divenne il pupillo di Goldman, lo allenò a New York e perfezionò la sua tecnica. E’ del 49 il leggendario incontro con Carmine Vingo un colosso italo-americano di 193 cm. Si massacrarono di botte per sei round prima che Vingo cadesse a terra come una vecchia grande quercia.

Dopo quella sera Carmine Vingo dovette ritirarsi dalla boxe, provocando in Rocky non pochi sensi di colpa che si porterà dietro fino al termine della sua carriera., poi fu la volta di Roland La Starza, un gran pugile dotato di ottima tecnica, e anche lui imbattuto fino a quel momento, e poi anche Rex Layne andò al tappeto dopo sei round, e dopo ancora toccò all’allora leggenda del pugilato Joe Louis che salendo sul ring pensando di riuscire a ritornare alla ribalta si è ritrovato di fronte un toro scatenato che lo ha travolto tenendolo schiacciato alle corde nell’ottavo round. Soltanto una volta in tutta la carriera è andato al tappeto Rocky Marciano.

Era il 23 settembre del 1952 e l’avversario era Jersey Joe Walcott, campione del mondo dei pesi massimi pugile d’esperienza e di grande tecnica. Walcott si scaglia su Rocky che va al tappeto al secondo round. Si rialza subito e alla tredicesima ripresa quando era ormai certo che avrebbe perso ai punti che con “Suzie-Q”, il micidiale gancio destro di Rocky, fa crollare Walcott sulle  corde mentre la folla era in visibilio. Rocky Marciano è campione del mondo dei pesi massimi. Walcott e La Starza ebbero anche la loro rivincita, ma gli andò male. Rocky Marciano era una persona semplice, di cuore, era un italiano. A chi gli ha chiesto quale sia stato l’incontro più duro lui ricorda quello con il grande Ezzard Charles, leggenda della boxe, ex campione del mondo dei pesi massimi. Contro di lui vinse la prima sfida ai punti dopo 15 rounds di sudore e sangue.  Rocky Marciano è morto precipitando, assieme al pilota del suo aereo privato, un Cessna 172, durante un volo partito da Des Moines condotto in condizioni atmosferiche definite proibitive dal pilota stesso a Newton nello Iowa a solo 45 anni d’età il giorno prima del suo compleanno.

Rocky Marciano è stato l’unico pugile  a detenere il titolo del mondo e a ritirarsi imbattuto dopo 49 vittorie (e ben 43 ko) su 49 incontri da professionista.